La candidata sindaca Ida Simonella a confronto con il mondo della Cultura: «Ancona è cresciuta in progettualità e qualità e questo ha generato grandi opportunità ed anche nuovi bisogni ai quali vogliamo e possiamo rispondere»
ANCONA, 7 APRILE 2023 – Uno spazio multifunzionale che sia anche luogo di creazione, ricerca e sperimentazione destinato alla cultura e all’arte in tutte le sue più svariate forme e un team specializzato sempre più organico per facilitare le operazioni della comunità culturale sotto ogni aspetto, dal reperimento di risorse a quello della sicurezza. È da qui che parte la nuova storia in ambito culturale della candidata sindaca, Ida Simonella. Le proposte sono emerse durante il partecipato confronto di ieri (6 aprile) alla Sala Boxe della Mole Vanvitelliana dove si sono riuniti molti operatori della cultura di Ancona. Dalle piccole realtà alle più grandi, dalle esperienze più nuove a quelle radicate da tempo sul territorio, la candida Simonella ha intercettato i nuovi bisogni dell’organizzazione e della produzione culturale. In particolare per chi compone una comunità sempre più numerosa di artisti, professionisti, compagnie, operatori. «Nuovi bisogni che nascono anche a seguito di un’importante crescita di Ancona sotto questo profilo, che abbiamo come Amministrazione ed in particolare come assessore al Bilancio e con Paolo Marasca assessore alla Cultura, sempre sostenuto, aumentando progressivamente le risorse a fronte di progetti destinati a far fare un salto di qualità a tutta la città – ha affermato Simonella -. Una fertilità di idee e progetti che inevitabilmente ha generato insieme a grandi opportunità anche esigenze nuove a cui vogliamo rispondere».
Ad aprire il dialogo e la riflessione sul futuro della Cultura ad Ancona, il presidente Arci Ancona Michele Cantarini, la danzatrice e coreografa Elisa Ricagni e l’artista Oliviero Fiorenzi. Cantarini ha sottolineato come «da molti anni l’Amministrazione di Ancona abbia fatto una scelta politica: quella di destinare un budget e una serie di servizi a favore delle iniziative culturali che provengono “dal basso”, cioè dal mondo dell’associazionismo e degli operatori del territorio. Una scelta coraggiosa e che ha permesso a molti di crescere e assumere una dimensione regionale e a volte nazionale, mantenendo lo spirito bottom up che li contraddistingue. Oggi, questa fascia di operatori culturali ha a che fare con tre precise emergenze – ha sottolineato il presidente Arci -: la difficoltà di programmare per tempo a causa di poche certezze sulle risorse; la carenza di spazi; i problemi legati alla sicurezza in caso di eventi. Su questo, alla prossima Amministrazione si chiedono progetti specifici».
Sul solco dell’intervento di Cantarini, Elisa Ricagni, a capo di una compagnia di danza che ha trovato sede in un teatro del maceratese pur nascendo ad Ancona, ha posto l’accento su come «si possa trasformare un bisogno in opportunità, unendo le forze del Comune e del mondo culturale in un progetto unico che mi piace chiamare Officina Culturale. La creazione, cioè, di un centro polifunzionale di produzione e programmazione culturale che possa rispondere alle nuove esigenze del territorio, anche regionale, perché il problema è diffuso, e possa essere gestito da un pool di realtà culturali con un’ottica di sostenibilità».
Ad intervenire anche Oliviero Fiorenzi, artista di livello internazionale che lavora tra Milano e le Marche e che ha scommesso su un progetto di centro d’arte no profit nel quartiere del Piano assieme ad altri soci, programmando esposizioni di artisti internazionali. «Volevo portare al territorio da cui provengo qualcosa di ciò che ho appreso e sono diventato nel corso del tempo, altrove. Una restituzione che permette alla città di specchiarsi negli occhi dei giovani artisti che arrivano da fuori». Fiorenzi ha insistito sulla necessità di un sostegno economico a progetti che hanno questa capacità di incidere sul territorio nel tempo.
Da queste riflessioni partono le linee guida che Ida Simonella intende dare al mondo culturale cittadino. «È chiaro che dobbiamo rafforzare l’esperienza già in corso di un team in grado di assistere gli operatori sul tema tecnico: sicurezza, pratiche di organizzazione, intermediazione con gli uffici ed economico: costruzione di progetti per partecipare a bandi, coordinamento di reti per partecipare a bandi, redazione condivisa di progetti. Penso a un gruppo di persone qualificate ed esperte possono essere di supporto alle intenzioni culturali e ai progetti della comunità culturale con continuità – ha affermato La candidata Simonella -. L’Amministrazione potrà poi investire sulla ristrutturazione di un immobile adatto a coltivare la produzione e la programmazione, e far parte, senza ingerenza, della comunità culturale che lo gestirebbe. Questo percorso è fondamentale per l’intero territorio provinciale, dove molte sono le istituzioni alte della cultura, partire dal teatro di Ancona, ma dove manca un punto di riferimento per il fermento culturale. Quello che conta è avere chiari i piani di gestione di una struttura che però è un mio obiettivo concreto. Esperienze come quelle di Fiorenzi – ha concluso Simonella – dicono che Ancona è passata ad una seconda fase nel campo della produzione di cultura, e che oggi l’ente pubblico può divenire meno centrale e limitarsi a fare due cose: le grandi operazioni che solo il Comune può portare avanti come le grandi mostre, il teatro stabile, i festival internazionali e un’attività capillare di sostegno, coltivando quelle realtà creative che nascono e fioriscono autonomamente».
